La povertà da accogliere come via…

La povertà da accogliere come via...

Quando ho iniziato ad andare in strada di notte pensavo di trovare tanti poveri senza casa, senza lavoro, poi mi sono accorta che ci sono queste nuove povertà: ci sono tanti giovani, di buonissima famiglia, che hanno fame, hanno sete di gioia, di felicità, di sentirsi amati, di sentirsi accolti, di sentirsi stimati; ci sono giovani che sbandierano la libertà eppure sono schiavi, schiavi delle nuove dipendenze, dipendenze di ogni tipo.

Ho provato a mettermi in ascolto di questo grido anch’io e a domandarmi cosa si può fare. In questo grido ho sentito una risposta: l’amore. Solo l’amore può, solo Colui che è l’Amore può essere la risposta, Colui che è l’Amore può veramente spezzare le nostre catene, Colui che è l’Amore può ridarci una casa anche quando ci sentiamo terribilmente soli. In questi anni ho visto veramente i miracoli che l’amore compie. L’amore fa miracoli, perché Dio è Amore.

Sicuramente oggi noi pensiamo che la felicità è stare bene, il successo, il denaro e quindi si cade spesso nella trappola di confondere felicità con il denaro, con il successo. Ma Colui che è la Via, la Verità e la Vita ci ha mostrato un’altra strada; ci ha detto:

amatevi come io vi ho amato, vi dico queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena”.

Francesco e Chiara hanno saputo percorrere questa via, hanno saputo veramente guardare a Gesù, spogliarsi di tutto e hanno trovato, nella povertà, la perfetta letizia.

Oggi sembrerebbe un messaggio controtendenza: nel nostro piccolo, in comunità, facciamo ogni giorno  l’esperienza di quanto sia bello l’abbandono alla Provvidenza. Nella prima comunità di accoglienza mi avevano detto che ci volevano 20 milioni per mantenere 25 ragazzi. Mi sembrava impossibile! Io allora guadagnavo 1 milione; ho lasciato tutto, ho provato a vivere in povertà e, non solo allora, ma anche oggi che ci sono 200 centri, scopriamo che la Provvidenza ci sorprende sempre.

Quindi c’è una via di felicità nella povertà e nell’abbandono alla Provvidenza.