Chiara: Cosa ti ha segnato di più dei bambini di strada in Brasile?

Chiara da anni la comunità è anche in Brasile in una zona molto povera dove c'è il dramma della prostituzione minorile; cosa ti ha colpito di più di questo sfruttamento dei bambini?

Il primo impatto coi bambini di strada è molto drammatico.

Erano anni che andavo in strada, conoscevo tante situazioni dolorosissime, tanti giovani che erano in situazioni incredibili, però quando incontri un bambino in strada e i tuoi occhi incrociano i suoi e ti arriva tutto il suo dolore, è qualcosa che non si può descrivere a parole.

Così pure le esperienze nelle favelas: vedere questi bambini denutriti e pieni di piaghe e soprattutto con una sete e di affetto incredibile, mi ha colpito tantissimo.

All’inizio erano un po’ intimoriti come sempre quando vedono una persona che non conoscono, poi ho fatto una carezza a due bambini e mi ha colpito perché nel giro di 10 secondi mi sono trovata 10 bambini addosso che si litigavano la presa delle mie dita, per dire la sete incredibile di affetto.

Mi ha colpito tantissimo realizzare quanto questi bambini fossero stati privati del nutrimento principale della nostra vita che è l’amore.

Ci sono studi che hanno evidenziato quanto la mancanza d’amore in un bambino abbia effetti fisici e psichici peggiori della denutrizione: li ho toccati con mano!

Pensare poi che questi bambini potevano essere abusati, violentati fisicamente, a volte con una superficialità incredibile…

In aereo avevo sentito gli italiani parlare di questi viaggi, di questo turismo sessuale come se fosse una cosa normale. Sono rimasta davvero allucinata! Sono rimasta scioccata nel toccare con mano questo dramma pazzesco che è sotto ai nostri occhi di fronte al quale tutti facciamo finta di non vedere.

La cosa che più mi ha colpito è stato l’incontro con la prima bambina che abbiamo accolto in Cittadella Cielo: inizialmente ho provato ad accarezzarla e lei abbaiava, mordeva mentre gli altri, se li coccolavi, ti saltavano addosso. Dopo mi hanno spiegato che l’unico tipo di contatto fisico che aveva conosciuto erano le botte e gli abusi del padre e dello zio e poi possiamo immaginare tutto il resto.

Però contempli anche i miracoli dell’Amore, perché abbiamo visto questa bambina trasformarsi completamente e mi si attaccava addosso e non mi lasciava più. Non solo con me che sono una donna e magari era più facile, ma anche con Tonino che era venuto con me, che essendo un uomo gli faceva più paura.

Quindi, da una parte c’è tutto il dolore che nasce nel realizzare come si può arrivare a queste forme di violenza di fronte all’innocenza di un bambino, dall’altra

vedi che un po’ d’amore non solo permette a un trauma come questo di essere sanato, ma porta/consente a questi bambini di risorgere e di essere testimoni per altri del fatto che è possibile uscire da certi tipi di inferno.