Maria e la farfalla Bianca

Vogliamo condividervi il pensiero di Maria, una delle ragazze che vive nella nostra Cittadella e che ha scelto di dedicare del tempo della propria vita a riscoprire il prodigio che la abita….

Amo immaginare che dentro ognuno di noi c’è una piccola farfalla bianca, leggera e silenziosa che poggia le sue piccole zampette nere e le sue ali grandi e candide sulle macerie che ci portiamo dentro, sui dolori che abbiamo collezionato, sulle ferite che ci hanno inferto, sulle paure che ci impediscono di vivere.

Maria... La farfalla Bianca - Nuovi Orizzonti

Quel silenzioso battito che echeggia nel nostro buio interiore è la speranza di una vita che non vuole morire.

C’è stato un giorno, due anni e due mesi fa, in cui decisi che non sarebbe stata la speranza l’ultima a morire, ma sarei stata io a tendere la mano alla morte perché era l’ultima speranza rimastami.

Avrei scelto di fuggire dalle macerie che portavo dentro dissanguandomi nel bagno di casa mia. Quella farfalla che avevo dentro era diventata quasi trasparente. Sotto il peso delle mie lacrime non riusciva più a volare.

Era lì, adagiata in un angolo, sconfitta. Prima di lasciare che la lama sfilasse sui miei polsi, ripercorsi a ritroso, come in un film, la mia vita. I sogni, le ambizioni, gli amori vissuti, le amicizie provate, i progetti immaginati, gli obiettivi prefissati… e Dio, quel Dio che è stata unica consolazione quando l’innocenza mi è stata portata via 10 anni prima.

In quel momento, dentro di me, una voce: la mia vita non può finire così!

Non potevo arrendermi, non potevo e non volevo. La vita mi chiedeva ancora una possibilità perché c’era e c’è un posto per tutte le mie paure, per tutte le mie fragilità, per tutte le mie lacrime, per tutti i miei sorrisi, per tutti i miei sogni, per tutte le mie ambizioni…c’era e c’è un posto per me!

Ho afferrato il cellulare e ho chiamato un mio caro amico, L., a cui ho chiesto disperatamente aiuto. Volevo vivere. Tramite lui, a distanza di pochi giorni dalla telefonata, ho conosciuto Nuovi Orizzonti, ho conosciuto Chiara Amirante. E’ stato così che nel novembre del 2015 ho iniziato a combattere per la mia vita, mi sono rialzata, ho iniziato a camminare e ogni qual volta mi sembrava di non farcela, chiudevo gli occhi e ascoltavo il battito d’ali della mia farfalla che mi chiedeva di non mollare. Ho provato il vuoto che gli eventi di una vita ti possono causare, ma è proprio per questo che poi ho provato la pienezza di quella stessa vita.

E’ vero, è stato straziante esistere in un mondo che non mi vedeva, ma quanto è bello sapere che in una spiaggia resta unico ogni granello di sabbia. Io resto unica. Io resto semplicemente perché esisto. E sì, la fragilità mi è costata cara perché non mi ha dato un posto nel mondo, ma lasciatemi dire che è per quello stesso coraggio di essere stata fragile che adesso è il mondo ad aver trovato posto sotto i miei piedi.

Oggi ho incontrato me stessa, proprio oggi e, nonostante le difficoltà, sono felice.

Le ho detto che non deve aver paura di sperare ancora, che può ancora chiudere gli occhi per sognare e non per scappare, che può respirare a pieni polmoni anche nelle voragini che sembrano più buie.

Le ho detto che, proprio come la farfalla bianca che ci abita, può lasciarsi andare alla fragilità e alla tenerezza. Può spiccare il volo nonostante i dolori.

In fondo, la vita è un battito d’ali, e voglio godermene ogni sfumatura.

Maria