MISSIONE DI STRADA A FROSINONE: EMOZIONI, SILENZI E SGUARDI

di David Martìnez

Prima la visita del papa. Poi la prima missione sul nostro territorio. Sento che quest’anno è iniziato con una marcia speciale, con uno sguardo di Dio particolare.

Dal 12 al 20 Ottobre si è svolta infatti la prima missione di evangelizzazione: Vivi per qualcosa di grande sul territorio di Frosinone.

Circa 200 missionari, provenienti da tutta Italia, hanno regalato il loro tempo e impegno in questa bellissima settimana, condividendo parole ed emozioni, silenzi, sguardi, piccoli gesti.

E’ stata una settimana di comunione profonda tra i missionari e di grazia immensa per tutta la Cittadella Cielo che ha fatto da quartier generale!

E’ stato un vivere nuovamente sulla nostra pelle l’esperienza che quando si va per evangelizzare siamo i primi noi stessi ad essere evangelizzati dai frutti che lo Spirito Santo è capace di generare su una piccola dose coraggio affidata a Lui.

E’ stato un rivivere ancora una volta che nel donare amore agli altri, il cuore scoppia di una gioia incontenibile e piena … quella che Gesù ci promette nel Vangelo!

Sono state tante le attività di evangelizzazione sul campo, sempre precedute e seguite da importanti momenti di formazione, utili a chiarire dubbi, mettere in gioco il proprio pensiero critico di fronte alle sfide dei giovani d’oggi, stimolando nel profondo il senso della chiamata missionaria che porta ad uscire e mettere la propria personalità al servizio degli altri. Bisogna partire da noi stessi per andare incontro agli altri!

È un momento necessario per tutti, ma ovviamente non basta mai la teoria.

La cosa più disarmante che un essere umano possa fare a un essere umano?

Guardarlo, sorridergli e dargli un semplice abbraccio, quello voluto e desiderato da sempre che forse è stato negato per tante, troppe, situazioni che la vita ti porta a credere di non meritare, di non desiderare;

Questa missione, si racchiude in un semplice “ciao, come stai?”.

Non sei solo, io sono qui per te, il mio tempo è per te, non risolvo i tuoi problemi, vorrei solo condividere con te per dividere insieme a te, vita! Voglio ascoltare il rumore del tuo cuore, perchè quando ti abbraccio sento il tuo battito e insieme possiamo suonare un ritmo nuovo, quello dell’amore; c’e’ chi canta dell’amore chi fa l’amore, chi ne abusa.

Marcello

Sabato 12. La prima azione pratica è stato vivere tutti insieme l’Eucaristia d’invio e il rito del Mandato: una esplosione di gioia e di festa, carica di un entusiasmo incontenibile. Poi, tutti per le strade della città ad incontrare giovani, famiglie, adulti… ciascuno con la sua storia e ciascuno con il suo desiderio di essere incontrato e di incontrare quello sguardo d’Amore. Lo si vedeva dagli occhi, dagli sguardi di chi incontravamo, prima dubbiosi poi increduli e infine desiderosi di fare quell’incontro d’Amore che ha mosso noi missionari e che in qualche modo raggiungeva chi incontravamo. Ci sono stati anche tanti no, ma questo non ci ha scoraggiati, consapevoli che c’è un tempo per ciascuno.

Domenica 13. Una giornata intera nelle parrocchie a portare piccole testimonianze di vita al termine della messa.

Lunedì 14: la missione è entrata nel vivo del suo dinamismo, coinvolgendo i missionari tutto il giorno, salvo qualche pausa la sera per la cura e la preghiera personale.

La mattina, abbiamo incontrato i ragazzi nelle scuole, li abbiamo condotti ad attivare un dialogo sul naturale umano bisogno di sentirsi amati e accettati così come si è; ascoltandoli abbiamo avuto la fortuna di divenire custodi di tutte quelle loro grida interiori rimaste inespresse e che facilmente riescono a nascondersi nei muri di un’aula. Da loro tanta gioia, tante emozioni, lacrime e domande importanti sul senso della loro vita e delle cose; ogni loro parola, gesto ed espressione hanno toccato il nostro cuore con immensa gratitudine.

Il pomeriggio: divisi in equipe, alcuni di noi si sono catapultati nell’evangelizzazione di strada: tanti volti e storie delle persone incontrate mi hanno donato uno speciale clima di condivisione, nell’ascolto sincero di chi vive in stazione, o di chi non ha possibilità economiche per campare, o anche di chi era lì in attesa del treno oppure si è trovato casualmente passante sui marciapiedi mentre regalavamo abbracci.

L’amore, invece, ti mette in moto, in movimento, in un dinamismo faticoso, perché amare è davvero un’arte che ti porta ad incontrare profondamente te stesso per diventare sempre più uomo o donna di relazioni “Risorte”.

In questa missione abbiamo incontrato storie con la S maiuscola.

Marcello

Molti ragazzi hanno raccontato di sé stessi, attratti semplicemente da uno sguardo, uno sguardo non nostro, ma quello che un giorno Dio ha voluto regalare a noi e che ci porta a fare quello che facciamo oggi.

Contemporaneamente, altri missionari hanno portato un po’ di gioia e preghiera all’interno dell’ospedale della città. Qui, un’esperienza speciale ci ha insegnato tanto: l’incontro coi pazienti nei reparti dell’ospedale, prevalentemente anziani, ci ha dato istanti di tenerezza, di ascolto silenzioso, a volte impotente, che però ci ha fatto sentire ancora più intensamente il mistero di un Dio presente nella sofferenza umana.

Altri di noi infine, si sono recati al carcere della città, dove abbiamo potuto portare questo mistero d’amore oltre le sbarre di una cella, abbiamo regalato la nostra storia di salvezza attraverso una rappresentazione mimica e proposto ai carcerati un momento speciale di preghiera, faccia a faccia con Dio.

In tutto questo, la lode comunitaria del Giovedì sera l’abbiamo vissuta con gli abitanti del posto che ogni settimana si ritagliano un’ora di intimo dialogo con Dio e ci donano un po’ di respiro, di famiglia, di amicizia.

Chiara Amirante, fondatrice della comunità, ha desiderato concludere la missione incontrando i ragazzi e le ragazze che si sono lasciati coinvolgere “dagli sguardi” dei missionari. Hanno partecipato anche tanti altri giovani da tutta Italia desiderosi di dedicare un fine settimana sul tema “Vivi per qualcosa di grande”.

Sono stati momenti forti di divertimento, musica, testimonianze, il tutto dentro un clima di unità, preghiera e condivisione. Abbiamo toccato ancora una volta con mano come il cuore di tanti sia abitato da un infinito desiderio di felicità e che basta un sorriso, un abbraccio, una parola di interesse, un piccolo gesto di attenzione a farlo fiorire come speranza e realtà.

 Ognuno di noi è una storia, ognuno di noi ha una storia che va difesa, è il sacrario dei battiti del cuore che passo dopo passo raccontano vita, la tua vita che incontra vite, allora in questo viaggio, dove si comprende che non vi è nulla di più spirituale che il reale.

Si entra in un terreno sacro che va trattato con cura perché quando si guarda a una storia non sai cosa potrà esserci, cosa potrà capitare o meglio devi essere pronto a farti anche male per uscirne sempre più forte, è una discesa agli inferi, dove finalmente incontri lo Sguardo la Voce che può davvero cambiare la tua vita e renderla sempre più un capolavoro e finalmente viverla per qualcosa di grande.

Marcello