L’Europa bonsai

ue bandieraSui venti di guerra che soffiano da un capo all’altro della Terra in questi giorni si è scritto a valanga, come pure sono stati stesi fiumi di inchiostro considerando le varie sfaccettature dei dolorosi fatti di cronaca legati agli attacchi terroristici recenti.

Vorrei cercare di andare oltre o, meglio, credo sia utile fare un passo indietro.

Consideriamo le immagini lanciate dai TG di tutto il mondo all’indomani degli attacchi parigini: uomini e donne di ogni età col viso solcato dalle lacrime o persi in sguardi vacui davanti a montagne di fiori e lumini, nei luoghi delle stragi. Un dolore il più delle volte silenzioso, ammutolito, al più appoggiato alle spalle di qualche amico. La sensazione trasmessa è anche quella dello smarrimento, un po’ come in montagna, quando per distrazione o per incoscienza ci si è inoltrati su percorsi non segnati, avendo come unico riferimento una meta lontana e non ben definita. Avviene che prima o poi si perda la bussola e ci si ritrovi a vagare, fino al momento in cui si decide di fermarsi, in un misto di angoscia e, appunto, di smarrimento.

Davanti alle stragi terroriste, perché ci sentiamo smarriti? O, meglio, cosa abbiamo smarrito?

Non credo si tratti semplicemente di perdita di sicurezza, serenità o pace. Credo che i fatti di cronaca di questi giorni siano uno schiaffo salutare in pieno volto come quelli assestati a chi è sull’orlo dello svenimento.

Rialzati e risvegliati, Europa! Lo smarrimento di cui sei vittima è conseguenza anche dell’aver voluto ridimensionare la tua storia e le tue radici, come se tu fossi un albero a cui vengono recisi rami e radici fino a diventare un bonsai.

Vogliamo togliere presepi o crocifissi dalle scuole e dai luoghi pubblici? Quello spazio lasciato vuoto verrà preso da qualcun altro e non è detto che costui scelga bue e asinello, pastorelli e greggi.

Sarà pur saggio e solidale sentirsi tutti francesi i giorni seguenti delle stragi, ma come mai non ci siamo mai sentiti tutti kenioti o siriani o iracheni o appartenenti a una delle decine di nazioni in cui ogni giorno vengono ammazzati uomini, donne e bambini, magari pure musulmani? Forse i morti in casa propria hanno più valore dei morti sconosciuti dall’altra parte del mondo? La vita non ha valore in sé e per sé, al di là delle circostanze?

Europa, svegliati dal torpore ipocrita che sceglie di fare le hit parade delle guerre, delle stragi e dei morti ammazzati.

L’uguaglianza di cui si fregia il motto costituzionale francese non è e non può essere uniformità. L’Europa nasce nel crocevia delle culture e non può che evolversi su questa strada, laddove anche i sentimenti e i credi religiosi arricchiscono una comune società e un comune vivere.

L’arroganza imperialista di pochi oligarchi che continuano a calpestare diritti sacrosanti delle popolazioni più deboli, non può essere fermata con le bombe o i kalashnikov; si mettano il cuore in pace sia i terroristi che i buonisti.

La rivoluzione di cui se ne sente la necessità con sempre maggiore urgenza è di tipo culturale!

Quanto farebbe bene riprendersi in mano certi discorsi di Papa Benedetto XVI, laddove preannunciava le conseguenze di pensieri nichilisti che allontanavano Dio e il sentimento religioso dal panorama socio-culturale!

La tristezza più grande è che sembra aver prevalso la cultura dell’ansia e della paura. I nostri bambini si stanno abituando a vedere in strada militari in mimetica con il mitra in mano. Puoi spiegare loro quello che vuoi, ma la realtà di ciò che vedono è altro: se mamma e papà passeggiano con me tranquilli mentre passiamo accanto ad un giovane ventenne col giubbetto antiproiettile e un M12 imbracciato, significa che tutto questo è normale.

No, non può essere normale.

Europa, svegliati. Informati. Apri gli occhi. Non credere alle tante bufale di cui il web pullula!

“Ma l’ho letto su Facebook!!”… appunto!!!

Svegliati… oltre a contare i morti parigini, conta i morti di tutto il mondo e forse capirai quante sono le verità nascoste, quanti i tentativi di dissimulare la realtà, quante violenze all’intelligenza dei popoli, volte a giustificare le azioni di guerra per garantire il predominio di pochi sulle debolezze dei molti.

Solo una nuova rivoluzione culturale può ridare pace e serenità, non certo le bombe o i militari in strada.

Europa, torna a studiare la tua storia. Ricordati da dove sei nata. Ricordati dei fiumi di sangue già sparsi sul tuo terreno. Ricordati di quante guerre di religione hanno sfregiato il tuo volto per secoli e secoli. Sempre ci sarà chi invocherà un dio per giustificare i propri abomini, fosse anche un dio razionale o politico. E questo non è certo colpa del vero Dio, ma della mente presuntuosa, arrogante e ottusa di chi sceglie la cultura della morte, dell’efficientismo, del progresso dei pochi sui molti, della violenza sulla pace, dell’esclusione sull’inclusione.

Se continui a difendere il diritto all’aborto, all’eutanasia, alle varie forme di disprezzo della vita debole, raccoglierai frutti di morte, perché ogni rifiuto della vita ha sempre il gusto amaro della morte.

Europa, riscopri le tue vere e più profonde radici e ritroverai il tuo nutrimento.

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