Tornate ancora “angeli nella notte”

Inferi - Nuovi Orizzonti

È notte e non solo dal punto di vista cronologico, ma soprattutto nel cuore delle persone che incontriamo.

Delle loro notti ci facciamo angeli per portare in quel freddo buio il calore dell’ascolto e la luce della speranza.

Roma e Milano, capitale politica e capitale economica d’Italia, in tempo di pandemia apparivano più vuote, un po’ dormienti, eppure le loro notti continuavano a pullulare di disperazione.

Don Carlo con gli angeli (volontari) romani ci hanno raccontato la loro esperienza notturna in Piazza San Pietro a Roma:

“Sotto il colonnato e sotto i portici che danno su Via della Conciliazione, ogni sera, ci sono tanti poveri che con cartoni e coperte si fanno un giaciglio e dormono lì, all’addiaccio. Possiamo dare solo il nostro ascolto ma, ogni volta, passa la gioia della speranza ed è evidente, perché cambiano i volti delle persone che incontriamo e ci dicono: “tornate ancora”. Quest’inverno un povero mi ha detto “voi siete angeli”. Ogni volta che siamo andati, l’incontro ha arricchito moltissimo anche ciascuno di noi!”

È vibrante dalla commozione la voce di Giulia quando racconta l’esperienza dell’“andare in strada” a Milano. Nel 2012 erano appena 3-4 persone, oggi sono una trentina i volontari o meglio gli angeli nella notte che scendono in strada; e non sono solo volontari di Nuovi Orizzonti, ma chiunque, dopo una breve formazione, può aggregarsi a loro e fare questa esperienza di amore.

“È un’esperienza che è sempre sconvolgente nella sua semplicità. Noi portiamo “solo” il nostro ascolto, ci sono tante associazioni che portano, anche in contemporanea alla nostra presenza, pasti, coperte, medicinali. Iniziamo sempre con una breve preghiera per chiedere allo Spirito Santo di accompagnarci, poi sono inviate equipe di 3 angeli, con una persona più esperta che accompagna le altre due. Il luogo dove solitamente andiamo è la stazione Centrale di Milano, ma a volte andiamo anche in Piazza Duomo e al boschetto di Rogoredo dove davvero è urgente una nostra presenza. Le persone che incontriamo ci aspettano e molto spesso ci troviamo anche ad aiutarle concretamente. Una volta abbiamo riaccompagnato a casa una ragazza con problemi psichici che era scappata, altre volte abbiamo accompagnato persone in ospedale o a fare viste specialistiche, oppure abbiamo mostrato le associazioni che fornivano beni di prima necessità o posti per andare a ripararsi dal freddo, almeno di notte.

A volte vengono loro incontro a noi e ci raccontano che grazie al nostro farci prossimi hanno ritrovato la speranza e il coraggio di andare avanti o di chiedere aiuto per cambiare vita.

Siamo sempre andati, con il caldo, con il freddo, con la pioggia torrenziale, con il vento…solo la zona rossa ci aveva fermato e avevamo il cuore a pezzi al pensiero di tutti quei nostri fratellini in strada abbandonati a loro stessi”.

È un’esperienza che unisce, che riporta il cuore all’essenziale e che abilita all’ascolto profondo dell’altro, ma anche di noi stessi.