Storia di Emma e della sua terza guerra mondiale

Ieri mia figlia mi ha chiesto:

“Mamma te la ricordi la seconda guerra mondiale?”.
“No Emma, non ero nata”.
“E i nonni se la ricordano?”.
“Si Emma, molto bene”.
“Anche io, mamma, mi ricorderò la terza guerra mondiale”.

Ieri è stata una giornata molto difficile per te bimba mia perché i tuoi amichetti ucraini Katia, Artem e Sviati, che sono stati ospiti da noi in Cittadella dall’inizio della guerra, sono partiti per la Germania, dove le loro mamme proveranno a trovare un lavoro.

Ieri era anche il giorno del tuo primo saggio di ginnastica artistica che avresti condiviso proprio con Katia, che ha più o meno la tua età, ma invece di condividere una gioia ti trovi a vivere un distacco.

Voglio dirti che tu, Emma, sei stata molto brava, la più brava di tutti noi, perché da subito hai aperto il tuo piccolo cuore e lo hai dilatato per fare spazio a nuovi amici. L’amore che hai saputo concretizzare ha abbattuto le barriere di una lingua e un alfabeto sconosciuti, i traumi di una guerra che ha distrutto le case di questi tuoi amici e li ha separati dalle loro famiglie. Con semplicità sei entrata nel cuore di tutti, piccoli e grandi. Hai fatto la tua parte perché si sentissero a casa, accolti, e ci sei proprio riuscita.

L’amore è fatto così: quando lo doni ha sempre in serbo un dono per te.

E così questi nuovi amici sono stati essi stessi un grande dono per te.
Sei stata coraggiosa perché da sempre sapevi che prima o poi sarebbero ripartiti, ma il coraggio, bimba mia, è un’altra caratteristica dell’amore. Ci vuole coraggio perché è vero che il tuo cuore ora è dilatato, più grande di prima, ma è anche vero che c’è anche un vuoto, una distanza, un arrivederci che ha un po’ il sapore di un addio con cui fare i conti.

Il vuoto nel cuore fa male, ma tu, piccola mia, non cedere alla tentazione di chiudere il cuore, stringerlo, serrarlo, per non sentire dolore.

L’amore ha i suoi rischi, ma troppo spesso si sottovalutano i rischi di non amare. Un cuore chiuso, un cuore che si stringe per la paura e si fa sempre più piccolo sentirà meno dolore forse, ma certamente sarà più schermato anche all’amore che vuole raggiungerlo.

Porta a casa il tesoro che hai ricevuto in dono in questi mesi. Oggi quei posti, in cui sempre trovavi i tuoi amici a pranzo, sono vuoti, ma tu esercitati in un’altra caratteristica dell’amore che è la fantasia, così che quel vuoto, che ora senti dentro di te, diventi una nuova occasione per donare e ricevere amore. Guarda sempre avanti, danza e salta come con forza hai fatto ieri sera, ama e genera bene nelle persone che incontri.

(Katia Fabbri, mamma di Emma)

 

Grazie, bimba mia, perché da più di due anni stai combattendo la terza guerra mondiale e hai sfoderato l’arma più potente per vincere: l’amore.