LA MIA VITA “TRA GLI ATTREZZI” – Lino del progetto “Independence Way”

Quest’anno, in alcune delle nostre Cittadelle si è svolto il progetto “Independence Way” del programma European Solidarity Corps con l’obiettivo di favorire, a breve termine, la crescita personale di giovani volontari e minori in difficoltà. Abbiamo accompagnato diversi volontari e ora vogliamo condividere la loro esperienza in questo percorso. Proseguiamo con l’esperienza di LINO.

La ri-scoperta di me stesso nel lavoro manuale

Lino - Independance Way Project - Nuovi Orizzonti

Sono Pasquale Rinaldi (per gli amici Lino), ho 30 anni e quest’anno ho avuto la grande opportunità di poter partecipare al Progetto Europeo “Independence Way” presso la “Cittadella Cielo” di Frosinone, sede dell’Associazione INSIEME VERSO NUOVI ORIZZONTI Odv fondata da Chiara Amirante che ha come obiettivo il supporto e l’inclusione di persone (soprattutto giovani) emarginate dalla società e che vivono dipendenze di ogni tipo.

Nello specifico mi sono ritrovato a svolgere la maggior parte delle mie attività nel settore della manutenzione, del giardinaggio e della falegnameria.

Pur non essendo all’inizio pienamente convinto di ciò che mi si stava presentando davanti, mi son voluto “lanciare” in quest’esperienza che ha permesso fin da subito di provarmi e di mettermi in gioco, uscendo dalla mia comfort-zone, in un ambito che in passato non avrei mai preso in considerazione.

L’impatto con la realtà dei primi mesi di servizio è stato abbastanza faticoso e impegnativo: le calde giornate estive, la difficoltà di entrare nel ‘mood’ del servizio, le relazioni interpersonali da costruire nel quotidiano, gli orari e le responsabilità, tutte queste cose mi pesavano e non riuscivo a trarne beneficio e crescita.

Ciò che ha stravolto e cambiato le mie prospettive è stata proprio la “condivisione”; condividere la fatica, il sudore della fronte e il contatto con la terra con gli altri mi ha fatto constatare, ogni giorno di più, l’importanza e l’essenzialità del vivere tutto ciò insieme a qualcun’ altro, questo è il bello di quando si cammina insieme.

Un altro punto importante è stato sperimentarmi nella relazione con il responsabile di settore, un suo qualsiasi richiamo all’attenzione mi ha permesso di tenere attiva la vigilanza sotto tanti punti di vista.

Il servizio manuale è diventato una vera e propria “palestra” quotidiana utile a superare i miei limiti andando oltre la difficoltà iniziale, prendendo il tutto come un’occasione unica, una vera sfida con me stesso.

In definitiva ho dovuto fare i conti con il mio spirito di adattamento, che già in passato avevo avuto modo di sperimentare, ma che adesso grazie a quest’anno speso qui si è potuto ricaricare di una linfa tutta nuova.

Ho fatto esperienza di cosa significhi cadere e rialzarsi, non restando fermi o imprigionati di fronte ai tanti “fantasmi” che spesso ci stuzzicano interiormente e non fanno altro che “tagliare le nostre ali”.

Posso dire con grande consapevolezza che un’esperienza di tale portata mi ha permesso di non scendere a compromessi con le mie paure, ansie, inadeguatezze ma piuttosto ha contribuito a far crescere la mia bassa autostima, osando e acquisendo tante nuove competenze.

Questo progetto mi ha certamente permesso di crescere sotto tanti punti di vista: responsabilità, rispetto della disciplina, serietà nel servizio, empatia.

Tutto questo bagaglio notevole non può che farmi affermare, con convinzione, quanto questa sia una tra le esperienze più edificanti e formative del mio percorso umano e professionale.

Posso soprattutto affermare quanto sia fondamentale, oggi più che mai, donare il tempo, sia che si tratti di un anno della propria vita o di più, in un progetto di volontariato di qualsiasi genere per riuscire a spalancare il cuore al mondo intero, e rispondere alle sfide del nostro tempo con coraggio e determinazione.

Pasquale Rinaldi